Progettare il Progettista – Rivedere le stelle a Padova

Terza e ultima tappa della tredicesima edizione di Progettare il progettista, evento annuale di APIL dedicato ai temi caldi dell’illuminazione

Progettare il Progettista – Rivedere le stelle a Padova

Il 13 novembre si è svolta la terza e ultima tappa 2025 di Progettare il progettista, evento annuale di APIL-Associazione Professionisti dell’Illuminazione dedicato ai temi caldi dell’illuminazione, giunto alla tredicesima edizione. L’evento intitolato “rivedere le stelle” si è svolto presso l’Orto Botanico dell’Università di Padova, luogo scelto per il suo valore simbolico come spazio in cui natura, ricerca e cultura convivono da secoli. L’appuntamento ha riunito progettisti, studiosi e rappresentanti delle aziende del settore, proseguendo un percorso che nel 2025 ha toccato anche Milano e Roma. 

Questa nuova tappa di Progettare il Progettista è stata organizzato con il supporto di Bega, Linealight e Zero55 ed ha posto al centro del dibattito, come per le tappe precedenti, un tema caldo: l’inquinamento luminoso e la necessità di un nuovo equilibrio tra benessere umano, tutela della natura e uso consapevole della tecnologia.

Ad aprire la giornata è stata Bianca Tresoldi, presidente APIL, che ha sottolineato il ruolo dell’associazione nella promozione della cultura della luce e nella creazione di momenti di confronto tra professionisti, istituzioni e imprese. Nel suo intervento introduttivo ha ricordato come la qualità del progetto illuminotecnico debba coniugare rispetto dei luoghi, attenzione all’ambiente e capacità di valorizzare lo spazio notturno, elementi centrali per la comunità APIL

La moderazione è stata affidata alla giornalista Lucrezia Goldin, che ha guidato l’intero evento mantenendo un filo conduttore chiaro: riflettere sulla sostenibilità dell’illuminazione a partire dal rapporto tra luce e buio, evitando contrapposizioni semplicistiche e mostrando come la luce artificiale sia oggi parte di un equilibrio che coinvolge benessere, percezione, gestione urbana e relazione con la natura. Goldin ha evidenziato come la contemporaneità, caratterizzata da forte pressione tecnologica e da crescente attenzione ai temi ambientali, richieda un approccio più consapevole alla progettazione della luce, capace di interpretare il contesto e ridurre gli eccessi.

 

Traverso-Vighi Architetti: il progetto “Going Dark”

Il primo intervento è stato affidato a Paola Vighi e Giovanni Traverso, architetti e lighting designer, che hanno presentato l’esperienza del workshop internazionale “Going Dark”. Il progetto nasce dall’esigenza di riportare l’attenzione sul valore del buio e sull’importanza di comprendere la quantità reale di luce necessaria negli spazi esterni.

Il workshop si svolge a Badia a Isola, nel comune di Monteriggioni, lungo la Via Francigena, in una delle poche aree italiane dove è ancora possibile osservare la Via Lattea. Il contesto è diventato un laboratorio a cielo aperto in cui – tramite misure, prove pratiche e osservazioni notturne – i partecipanti possono sperimentare direttamente livelli di illuminazione molto inferiori a quelli normalmente percepiti come standard nelle città.

Vighi e Traverso hanno descritto l’organizzazione dell’iniziativa: tre giorni di attività, un cammino nel bosco accompagnato da una narrazione audio dedicata ai temi del buio, esercitazioni di fotografia notturna, uso di strumenti di misura e test di sorgenti luminose fornite dalle aziende partner. Il laboratorio coinvolge professionisti provenienti da numerosi Paesi e studi internazionali, e richiede un confronto costante tra progettisti, imprese e comunità locale.

 

Raffaele Panizza: narrazione, percezione e impatti del buio negato

Il secondo intervento è stato quello del giornalista Raffaele Panizza, autore – insieme al fotografo Mattia Balsamini – del progetto editorial-fotografico “Protege Noctem”, dedicato alla relazione tra buio, paesaggi naturali e conseguenze della perdita del cielo notturno.

Panizza ha raccontato l’origine del progetto, nata da un’esperienza personale in Medio Oriente e dal successivo incontro con luoghi e situazioni in cui l’osservazione del cielo è diventata un fatto eccezionale. Ha portato esempi legati alla fauna marina, al turismo astronomico e ad alcuni fenomeni sociali e culturali che emergono quando il buio scompare dalle città.

 

Riccardo Claudi: astronomia e osservazione della notte

Il terzo intervento è stato curato da Riccardo Claudi, astrofisico, che ha portato il punto di vista della ricerca scientifica e dell’osservazione astronomica. Il suo contributo, ha mostrato l’impatto diretto dell’illuminazione artificiale sulla possibilità di osservare il cielo.

Claudi ha illustrato la differenza tra condizioni di buio naturale e condizioni alterate dall’illuminazione diffusa, evidenziando come l’osservazione astronomica subisca limitazioni significative. Il suo intervento ha permesso al pubblico di comprendere l’importanza dei rari luoghi in cui il cielo rimane leggibile e il valore delle collaborazioni con enti locali, osservatori e associazioni di astrofili.

 

Conclusioni

L’evento si è concluso con un confronto aperto tra relatori e pubblico, da cui è emerso il forte interesse verso esperienze che integrano progettazione, cultura del territorio e osservazione notturna. I partecipanti hanno evidenziato il valore del buio come risorsa e hanno riconosciuto l’importanza di una progettazione luminosa capace di rispettare i contesti e dialogare con le comunità.

Progettare il Progettista 2025 ha confermato il ruolo di APIL come spazio di confronto professionale e culturale, capace di raccogliere esperienze diverse e restituirle alla comunità degli operatori della luce attraverso momenti di approfondimento condiviso.

 

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Padova

13.11.25

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