Aggiornamento rinnovo CCNL


A seguito delle estrose dichiarazioni sindacali che si sono susseguite negli ultimi giorni, FederlegnoArredo ha ritenuto opportuno fare ulteriormente chiarezza sulla situazione e sullo stato della trattativa.

Il CCNL di settore è scaduto il 31 dicembre 2022 e non c’è alcun automatismo di adeguamento delle retribuzioni sulla base dell’indice IPCA per il 2022, che, pertanto, dal 1.01.2023, non è dovuto.
Ad ogni modo FederlegnoArredo, già prima della scadenza del contratto, si era posta il tema di dare un supporto economico ai lavoratori, anche per far fronte all’inflazione crescente. Per questo motivo, e considerando la complessità e gli elevati costi diretti e indiretti derivanti dalla Piattaforma presentata, la soluzione proposta alle Organizzazioni Sindacali nell’incontro del 23novembre 2022 è stata di “congelare” la trattativa per il rinnovo e di riconoscere fin da subito un aumento retributivo per dare copertura al 2022, secondo tempi, modalità e quantità da concordare.

Da novembre a febbraio nessuna risposta è pervenuta. Durante l’incontro del 22 febbraio non abbiamo avuto la possibilità di formulare una proposta completa, né di proporre delle cifre (sulla stampa si legge di una proposta di 63 euro ma nessuna cifra è stata data): abbiamo riscontrato una totale chiusura da parte delle OO.SS. che, prima di proseguire nella trattativa, volevano che ci impegnassimo formalmente e per iscritto a confermare, per il futuro, il meccanismo di aggiornamento delle retribuzioni vigente fino al 31.12.2022.

Noi non abbiamo ritenuto possibile firmare un tale impegno, ancor più in un momento di incertezza come quello che stiamo vivendo, e, nonostante la nostra richiesta di date per riprendere la trattativa nel modo tradizionale, l’incontro si è chiuso con l’abbandono del tavolo da parte delle Organizzazioni Sindacali. Precisiamo un ultimo aspetto rispetto al meccanismo di calcolo degli aumenti contrattuali: il cd. “doppio binario” non è scritto in alcun contratto: negli anni passati sono stati erogati adeguamenti in base all’indice Ipca ed eventualmente, incrementi legati ad altri parametri (modernizzazione delle imprese, incrementi di produttività, flessibilità, ecc.). Il punto focale per noi è un altro, vale a di reutilizzare l’indice Ipca depurato dal costo dei prodotti energetici (come prevede peraltro l’Accordo Interconfederale in materia) in luogo dell’Ipca generale, eventualmente apportando dei correttivi per trovare una soluzione che permetta di chiudere la trattativa e raggiungere un accordo. Per concludere, a valle dell’incontro del 22 febbraio, e tramontata l’ipotesi del congelamento, abbiamo scritto alle OO.SS. confermando la nostra disponibilità a riprendere le trattative per il rinnovo del contratto e chiedendo loro delle date per calendarizzare i prossimi incontri. Questo a dimostrazione della nostra serietà e buonafede.

Per contro, le Organizzazioni Sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione e 8 ore di sciopero per il 21 aprile.

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