Il DL 101/2019, noto come Decreto Salva Imprese, è legge: l’aula di Montecitorio ha approvato il testo recepito al Senato e da quest’ultimo trasmesso, in via definitiva.
Con l’approvazione del testo sono introdotte significative novità nel campo End of Waste: questa permette il riciclo di nuovi materiali, bloccati l'anno scorso da una sentenza del Consiglio di Stato del 2018, a causa del vuoto normativo che si era generato.
Con particolare riferimento all’Articolo 14, la proposta accoglie le numerose richieste delle aziende del settore dell’End of Waste e dovrebbe consentire l’operatività delle autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei nuovi criteri europei, facendo salve le autorizzazioni esistenti e abrogando la norma introdotta con la legge “sblocca cantieri” che stava mettendo in crisi il settore. In sostanza le Regioni, seguendo criteri ben precisi, potranno rilasciare o rinnovare autorizzazioni alla “cessazione della qualifica di rifiuto”, “in mancanza di criteri specifici” nel rispetto di quanto stabilito nell’articolo 6 della direttiva 98/2008, ossia la Direttiva Quadro sui rifiuti.
Il testo infatti recepisce la Direttiva UE sui rifiuti, la 2018/851, puntando a adeguare l’ordinamento nazionale alle linee guida europee sull'End of Waste, così da avere una normativa organica non solo a livello italiano ma anche europeo.
Le autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni dovranno comunicare all’Ispra i nuovi provvedimenti adottati, riesaminati o rinnovati entro dieci giorni dalla notifica al soggetto che ha presentato istanza e l’Ispra o l’Arpa che può essere delegata, una volta ricevuta la comunicazione, potrà effettuare verifiche che devono concludersi al massimo entro 135 giorni.
Il nuovo testo prevede un registro nazionale delle autorizzazioni rilasciate di volta in volta e una banca dati nazionale di tutte le aziende che riciclano e recuperano materia prima.
Secondo le stime del Ministero dell’Ambiente al momento risultano essere 15 le richieste di autorizzazione per il riciclo di nuovi materiali: fra questi, plastiche miste, scarti della carta, terre e rocce di scavo, polveri post-combustione, scarti del vetro, oli lubrificanti, ma sono almeno 835 i tipi di rifiuto che potrebbero ottenere l'autorizzazione a diventare "materia prima seconda"
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