Con un post su Truth pubblicato nella serata di venerdì 22 agosto, Donald Trump ha annunciato che un'indagine federale stabilirà quale percentuale imporre ai beni di arredo esportati negli Stati Uniti.
"I mobili provenienti da altri Paesi negli Stati Uniti saranno tassati a una tariffa ancora da determinare", ha scritto Trump. "Stiamo conducendo un'importante indagine tariffaria sui mobili che entrano negli Stati Uniti. Entro i prossimi 50 giorni, l'indagine sarà completata e i mobili provenienti da altri Paesi negli Stati Uniti saranno tassati a una tariffa ancora da determinare. Ciò farà ripartire il settore dell'arredamento nella Carolina del Nord, nella Carolina del Sud, nel Michigan e negli Stati di tutta l'Unione".
Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-UE per la filiera legno-arredo italiana, nonché il secondo in assoluto. Le aziende italiane hanno quasi triplicato il volume di affari verso gli USA negli ultimi dieci anni: dagli 848 milioni del 2013 ai 2,2 miliardi di euro del 2024 (fonte: Centro Studi FederlegnoArredo). Già nei mesi scorsi, l’incertezza doganale aveva prodotto effetti tangibili: a maggio 2025 l’export italiano verso gli USA è calato del 6,6%, un rallentamento legato al timore delle nuove barriere tariffarie.
A peggiorare lo scenario, vi è il nodo dell’acciaio. Da lunedì 18 agosto sono in vigore le tariffe al 50% su ben 407 prodotti con parti metalliche: chi esporta deve ora indicare da dove proviene ogni materiale utilizzato. Applicare le tariffe non è semplice, perché è necessario determinare, per ogni prodotto, la quantità di acciaio o alluminio presente. Nel frattempo, diversi servizi postali in tutta Europa hanno sospeso le spedizioni verso gli Stati Uniti, a causa della mancanza di chiarezza sui nuovi dazi all'importazione.
"Se i dazi fossero stati al 15% avremmo per lo meno avuto un punto fermo" ha commentato il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin. "Ora che sono stati introdotti ulteriori allargamenti, che impattano anche sugli gli elementi in acciaio che compongono i nostri prodotti, come cerniere e guarnizioni, siamo stati riportati in una situazione di grande incertezza. Ogni esportazione diventa estremamente complessa da gestire". L’impatto dei dazi non si misura solo in termini economici, ma anche strategici: gli Stati Uniti sono un mercato chiave, difficile da sostituire nel breve periodo.
"Per sbloccare altri mercati ci vuole tempo, anni – aggiunge Feltrin – per lenire le perdite confidiamo che l'Ue, entro fine anno, sblocchi l'accordo con il Mercosur".