A seguito della pubblicazione del Regolamento 2019/2020 EU di Ecodesign per il settore illuminazione, sono stati approfonditi i diversi requisiti, analizzati ed illustrati nella guida di Lighting Europe.
Uno dei requisiti che ha evidenziato maggiore interesse è quello relativo alla definizione, per le sorgenti LED ed OLED a tensione di rete, del limite per la misura di visibilità dell’effetto stroboscopico, SVM.
Il valore limite previsto nel testo pubblicato a dicembre è di 0,4; sono peraltro emersi dubbi sull’adeguatezza di questo valore, applicabile per tutte le diverse tipologie di utilizzi senza differenze a prescindere dal “compito visivo” svolto; unica eccezione sono gli ambienti esterni, le applicazioni industriali o applicazioni per le quali viene autorizzato l’utilizzo di sorgenti con Indice di Resa Cromatica inferiore a 80.
Per questo motivo è stato organizzato dalla DG Energy un incontro fra le parti interessate (rappresentanti degli Stati Membri dell’Unione, organizzazioni non governative, rappresentati dell’Industria), che si è tenuto il 19 Febbraio scorso; all’incontro ha partecipato anche Lighting Europe con una delegazione (fra cui anche il rappresentante di Assoluce, in relazione anche alle verifiche svolte sul tema).
Nell’incontro è stato illustrato da Lighting Europe il significato di “effetto stroboscopico”, la sua percezione per i diversi livelli (fra cui quello di 0.4 previsto dal nuovo Regolamento, 1 e 1,6, proposto inizialmente nella bozza di Regolamento inoltrata per la valutazione nel Regulatory Committee); con la dimostrazione effettuata è stato possibile percepire l’entità dell’effetto ai diversi livelli, traducendo in effetto “reale” i valori presentati.
Sono state quindi evidenziate da Assoluce le possibili implicazioni dei nuovi requisiti di SVM per le fonti luminose “retrofit” destinate a sostituire le lampade ad alogene dismesse nel 2018 (quali E27, E14, B15d; ….), in particolare quelle a più elevata emissione luminosa e dimmerabili (con conseguente ulteriore limitazione alla disponibilità di reali alternative alle lampade dismesse).
A seguito di quanto emerso è stato definito di effettuare ulteriori valutazioni, compresa la verifica della corrispondenza degli esiti di prova fra diversi laboratori (riproducibilità degli esiti di prova su medesime fonte luminose verificate in diversi laboratori), e la disponibilità di tutte le informazioni relative alle lampade verificate (peso, dimensione, emissione luminosa, ….), al fine di disporre di un quadro esaustivo delle lampade analizzate e della copertura delle fonti luminose necessarie per l’utilizzo nei prodotti già immessi sul mercato (da utilizzare come retrofit su apparecchi già installati).
Sulla base delle considerazioni definite verranno valutate eventuali azioni da proporre agli Stati Membri, non escludendo la proposta di modificare i requisiti e la loro entrata in vigore.