Green Design Days

Green Design Days

I Green Design Days nascono dal punto 10 del nostro decalogo - Valori che guidano azioni - e sono un festival diffuso, nel corso dell'anno e su diversi territori, per raccontare la sostenibilità della nostra filiera e l'impegno che tutte le aziende che rappresentiamo stanno portando avanti, con molto successo.

Un evento per parlare di design e sostenibilità, due parole elastiche che includono molto e lasciano le definizioni aperte, con confini permeabili. Occorre quindi più di una guida per orientarsi in questa tematica. Anzi, una moltitudine di guide, tante quante sono le esperienze che stanno provando a far funzionare insieme queste due parole.


IL PROGRAMMA

10:00 / WORKSHOP
1. Lacuna: Angela Rui e Massimo Barbierato accompagneranno i partecipanti in un'esplorazione sensibile delle forze invisibili dell'acqua, una riflessione tanto ontologica quanto materiale sull'innalzamento del livello dei mari e su come la prossimità con questi agenti possa aprire a nuove metodologie di riconnessione e collaborazione con l'ambiente. Reportage fotografico di Giacomo Bianco.
2. Innovare prodotti e processi produttivi con l’additive manufacturing: un approfondimento sull’ibridazione di competenze tecniche, digitali e manifatturiere, promosso da Designtech con Ivan Tallarico, Rodrigo Brenner (Furf) e Simona Arena (Puntozero).
3. Scale trasformative del frammento: in più puntate tra Venezia e Cortina, gli studenti della Scuola Italiana Design di Padova entrano in contatto con gli oggetti di design industriale che furono pensati per il Villaggio ENI. Con Dolomiti Contemporanee, Progettoborca, Stefano Collarin, Tommaso Russo, Lorenzo Barbasetti di Prun, Fabio Talloru.
 

15:00 / GREEN PRACTICE
Le aziende associate a FederlegnoArredo raccontano le loro best practice in tema di sostenibilità attraverso le loro esperienze, in brevi interventi da dieci minuti circa e che possono riguardare: progettazione, produzione, sviluppo di materiali, sviluppo di tecnologie, processi di efficientamento, percorsi di misurazione, etc, coinvolgendo figure tecniche, figure dei reparti R&D, sustainability manager, designer e altre ancora.
Con: Alessandro Stabile (designer), Andrea Mulloni (Head of Sustainability, Arper), Marco Fantoni (Managing Director Production and Technologies, Fantoni), Sara Selmin (Sustainability Manager, Giovanardi), Fabio Melcarne (CEO, Horm Italia), Alessia Martinelli (HSE Specialist, Panguaneta), Giulia Molteni (Chief Marketing Officer, Molteni Group), Gabriella Di Feo (Marketing e Communication Manager, Rinaldi Group), Marco Volpi (Comitato ESG e Direttore Energy, Gruppo Saviola), Daniele Prosdocimo (Marketing Manager, Valcucine), Eleonore Cavalli (Art Director e Co-Founder, Visionnaire), Mirko Longo (Sales Director, XILIA), Marco Zavagno (designer, Zaven).
 

18:00 / GREEN STORIES
Talk - Un dialogo aperto sul panorama creativo: quali sono le modalità e gli strumenti progettuali con cui le emergenti generazioni di designer e produttori si stanno orientando nel contesto contemporaneo?
 

19:00 / GREEN STORIES
Aperitivo a cura dei designer veneziani The Tidal Garden, che esplorano il potenziale commestibile delle piante alofite che crescono nell’ambiente salmastro della laguna di Venezia, come strumento per l’adattamento culturale ai cambiamenti climatici.
 

21:00 / GREEN SCREEN
Proiezione gratuita del film Green Over Gray. Emilio Ambasz con introduzione dei registi Francesca Molteni e Mattia Colombo.

 


 

Lacuna

Il workshop di Angela Rui e Massimo Barbierato che riflette sulle forze invisibili dell'acqua e sull'innalzamento del livello dei mari. Con reportage di Giacomo Bianco.

Rifugio del monaci benedettini cacciati dai Franchi, nuova dimora per le monache benedettine che avevano perso il proprio convento a causa di un maremoto, due volte abbandonata nei secoli – vuoi per le condizioni insalubri dell’isola, vuoi per voci attorno ad una deriva libertina della vita monacale – l’isola di San Servolo ha sempre rappresentato per i propri abitanti una forma imposta di contenimento, allo stesso tempo salvezza e deriva. Ha accolto la tragedia di una cacciata politica così come la disperata ricollocazione dopo un evento climatico devastante. 

E ha continuato ad essere simbolo di contenimento quando è diventato il luogo di trasferimento dei primi pazienti affetti da disturbi psichiatrici fino ad assumere il nome di Manicomio prima, e ospedale psichiatrico poi. Dai racconti sulla follia – di cui l’isola ospita addirittura un museo dedicato – le voci dicono che l’isola fosse un luogo volutamente allontanato dallo sguardo di una modernità che non ha minimamente accolto la diversità, né la natura, di ciò che non poteva essere contenuto, controllato, normato. Qui sono custodite 50.000 cartelle cliniche, 50.000 storie.

Fortunatamente in questo caso una tale estraneità ha prodotto anche grandi rivoluzioni, come la legge Basaglia, che nel 1978 chiuderà definitivamente le strutture di isolamento che relegavano le patologie psichiatriche, lasciando che permeassero nuovamente nella complessità che appartiene alle società, sdoganate una volta per sempre dalla fine della normalità, della religione, delle certezze politiche che mai come oggi trova conferma nella mente della moltitudine.

Ma l’isola, costruita e pensata come un fazzoletto cartesiano galleggiante ed esatto all’interno del complesso sistema lagunare, che sempre cambia e lo fa sempre di più, è anche metafora del contenimento del pensiero creativo attuale, anch’esso confinato dentro set di strumenti, analisi, orientamenti che non lasciano spazio interpretativo al potere dell’immaginazione, nè all’indagine dei suoi territori. Mentre la realtà fenomenica che si percepisce attraverso le fenditure, le poche aperture della parte dell’isola costruita è un sistema complesso dove convivono forze invisibili con le quali ritentare una riconnessione sensibile con l'ambiente in cui si è immersi, sorpassando dunque quell’idea di separazione espressa dalla topografia disegnata dell’isola, così come quella di controllo della dimensione percettiva, sensibile, sensoriale che il suo nome ha incarnato. 

Riconoscendo la limitatezza del sensorium umano, Lacuna – Laguna, della laguna, e allo stesso tempo spazio vuoto, quindi aperto a possibili interpretazioni – consiste in una serie di azioni non parametrabili, ma atte a un’esplorazione sensibile delle forze invisibili dell’acqua e della rilevazione di quanto gli elementi lagunari siano presenti, sebbene silenti, anche nel sistema terrestre dell’isola. Una riflessione tanto ontologica quanto materiale, in forma partecipativa, per superare le abitudini percettive che circoscrivono la cultura del progetto, e allo stesso tempo un esercizio di collaborazione con forze naturali per rendere visibile ciò che non riusciamo ad osservare e difficilmente ad immaginare. In particolare il sistema marino, rilevato uscendo dal contenimento perimetrale dell’isola di San Servolo, viene presentato attraverso l’immersione nell’acqua di materie fluide, dense o liquide, il cui raffreddamento e la cui solidificazione diventano dispositivi tridimensionali di osservazione e riconnessione con la fluidità, la ricchezza e la complessità che appartengono tanto all’ambiente quanto al pensiero progettuale.

Il materiale raccolto come esito del workshop costituirà una nuova laguna concettuale abitata da isole formate dalle sue stesse forze creatrici (correnti e spostamento di sedimento) che sarà utilizzata come elemento di condivisione e riflessione con i partecipanti.

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Innovare prodotti e processi produttivi con l'additive manufacturing

Un affondo sull’ibridazione di competenze tecniche, digitali e manifatturiere, con Simona Arena, Rodrigo Brenner e Ivan Tallarico.

Il workshop si configura come un affondo sull’ibridazione di competenze tecniche, digitali e manifatturiere, con un’introduzione all'additive manufacturing - evoluzione, tecnologie, materiali e applicazioni reali - seguita da una sessione tecnica e ispirazionale sull’applicazione dei nuovi processi produttivi nel settore del design e da un laboratorio collaborativo per ideare prodotti innovativi: attraverso il metodo del brainwriting si esplorano nuove idee progettuali per prodotti sostenibili nativi digitali. Promotore di questo appuntamento è Designtech, hub di innovazione tecnologica e manifatturiera, che affianca i brand del design ed opera all’interno di un ecosistema collaborativo di talenti, startup, università e industrie. Designtech promuove programmi di open innovation e di accelerazione all’interno dello spazio CoFactory, la fabbrica urbana milanese dedicata a prototipazione rapida e produzione digitale, per supportare la nascita di soluzioni progettuali di nuova generazione.

Simona Arena, co-founder Puntozero
Puntozero aiuta le aziende a sfruttare al meglio le opportunità della manifattura additiva declinando i paradigmi della progettazione ingegneristica per le differenti tecnologie.

Rodrigo Brenner, co-founder Furf
Furf è uno studio di design industriale brasiliano fondato da Rodrigo Brenner e Maurício Noronha, con sede anche a Milano. Furf ha vinto numerosi premi come il Red Dot: Best of the Best, il Cannes Lions e l'iF Design Award.

Ivan Tallarico, CEO e founder Designtech
Designtech è un hub di innovazione tecnologica e manifatturiera, che affianca i brand ed opera all’interno di un ecosistema collaborativo di talenti, startup, università e industrie. Designtech promuove programmi di open innovation e un programma di accelerazione all’interno dello spazio CoFactory, dedicato a prototipazione rapida e produzione digitale.

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Scale trasformative del frammento

Il workshp di Dolomiti Contemporanee sull'isola di San Servolo, in cui gli studenti del SID di Padova si cimentano nella rivalorizzazione di frammenti e detriti degli oggetti di design industriale del Villaggio ENI.

A Borca di Cadore, esattamente 150 km a nord di Venezia, fu progettato e realizzato il Villaggio ENI da Edoardo Gellner tra gli anni Cinquanta e Settanta, in cordata con l’imprenditore Enrico Mattei - a cui si aggiunse poi l’architetto Carlo Scarpa cofirmando la Chiesa di Nostra Signora di Cadore. Il Villaggio ENI è un oggetto-concetto, un modulo articolato di design sociale e grande esempio di architettura in relazione al paesaggio; un progetto che porta con sé un pensiero profondo, per niente utopico, ma concreto e ricco di innovazione formale e tecnologica, imperniato su parametri formali e funzionali modernisti, organizzati organicamente nella costruzione di una macchina ecosensibile.
Questo progetto materializzava, aggiornandoli, i principi del welfare sociale di Mattei, integrando necessità sociali e ambientali: in questo luogo l’azienda garantiva che i propri lavoratori esercitassero il loro diritto alle ferie, al tempo libero, alla prossimità alla natura e all’integrazione tra amicizia, lavoro, vita familiare. 
Dal 2014, Dolomiti Contemporanee ha attivato sul Villaggio, insieme alla proprietà Minoter, al Comune di Borca di Cadore e ad una vasta rete dei partner sostenitori, la piattaforma di rigenerazione Progettoborca, che sviluppa numerose attività formative, artistiche e di ricerca. 
Il workshop “Scale trasformative del frammento” si svolge tra Venezia e Cortina, dando modo agli studenti della Scuola Italiana Design di Padova di entrare in contatto con gli oggetti di design industriale che furono pensati per il Villaggio. 
I mobili di Fantoni, le lampade di Flos e Arteluce, le coperte con il cane a sei zampe di Lanerossi, le ceramiche di Richard Ginori, alcuni dei quali danneggiati o rotti, verranno analizzati, smontati, trasformati.
A San Servolo gli studenti ne immaginano un nuovo valore estetico e funzionale, iniziando a progettarne nuovi usi - insieme a Lorenzo Barbasetti di Prun, chef e designer (Prometheus Open Food Lab), e Fabio Talloru, artista ricercatore - con l’ausilio di un’innovativa pasta di vetro creata da Rehub, ottenuta  a partire da scarti irrifondibili delle vetrerie veneziane.
Parte di queste trasformazioni darà vita a prese d’arrampicata da installare sulla Capsula Boulder, che Dolomiti Contemporanee realizzerà per il Cortina Design Weekend (11-13 luglio 2025), un modulo scalabile progettato dagli architetti Mattia Menardi Manego ed Edoardo Turozzi, e realizzato grazie al sostegno e in collaborazione con FederlegnoArredo, Regola d'Ampezzo, Falegnameria Wood Art, Liceo Artistico di Cortina d'Ampezzo, ITC Ingeneering, Beck Fastening.

Tutor: Dolomiti Contemporanee, Progettoborca, Stefano Collarin, Tommaso Russo, Lorenzo Barbasetti di Prun, Fabio Talloru.

borca

Isola di San Servolo, Venezia

22.05.25

Keywords

FLA Green