Presentata nella prestigiosa cornice dell’Aula Magna dell’Università Cattolica la 59a edizione del Salone del Mobile.Milano che si svolgerà dal 21 al 26 aprile, presso Fiera Milano Rho.
In conferenza stampa, Claudio Luti, Presidente del Salone del Mobile, ha passato in rassegna temi che sono cruciali per mantenere la posizione di leadership della Manifestazione: ricercare la bellezza, alimentare la creatività, aumentare le connessioni, fare sistema. E ha confermato il percorso etico e virtuoso intrapreso dalle imprese dell’arredamento per ricercare soluzioni più possibile sostenibili in un contesto globale. Ha anche puntato i riflettori sulle esigenze delle nuove generazioni che, mai come ora, sono interessate al valore intrinseco di ciò che acquistano.
Emanuele Orsini, Presidente di Federlegno Arredo Eventi, ha sottolineato come il Salone sia una vera e propria “istituzione” e come tale ha il compito di farsi portavoce di un’idea di futuro che coniughi sviluppo, innovazione e sostenibilità, confermando che sono già molte le aziende del settore che hanno intrapreso il cammino verso un’economia circolare. Suo l’appello alla politica e alle istituzioni perché non lascino solo chi porta il Made in Italy nel mondo.
Il valore della produzione italiana della filiera legno-arredo nel 2019 è di 42,5 miliardi di euro, + 0,6% rispetto al 2018. Complessivamente il macrosistema arredamento pesa 27,6 miliardi di euro e ha visto un aumento della produzione, in particolare destinata al mercato nazionale, del + 1,4%, rispetto al 2018, mentre l’export si conferma stabile (dati Centro Studi FederlegnoArredo).
Le Manifestazioni del 2020 raduneranno, complessivamente, più di 2.200 espositori e 600 giovani designer. Una fiera-evento profondamente intrecciata nella società a cui si rivolge.
In questo senso, ha aggiunto il Sindaco di Milano Beppe Sala, “il Salone è ultra milanese, e incarna lo spirito di questa città: apertura, internazionalità, capacità di mettere insieme cose diverse (business&leisure in primis), attenzione ai giovani”. Per questo “Milano ha bisogno del Salone, e il Salone ha bisogno di Milano”.
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