L’importanza della pioppicoltura per l’industria italiana del legno può essere facilmente intuita alla luce della ripartizione dei prelievi di legname da lavoro: secondo i dati dell’Annuario Statistico Italiano, infatti, negli ultimi 15 anni il pioppo ha rappresentato annualmente circa la metà dei prelievi di latifoglie da lavoro e quote variabili da circa un quarto a quasi la metà dei prelievi totali di legname ad uso industriale.
Eppure il settore pioppicolo italiano, a differenza di quanto accade a livello internazionale, è già da tempo gravato da una crisi che si è manifestata attraverso la riduzione delle superfici occupate da pioppeti e del numero di operatori, con ripercussioni anche sulle industrie collegate.
L’industria del compensato, sulle necessità della quale si è sviluppato il modello colturale pioppicolo tradizionale, negli ultimi anni ha, infatti, affrontato a sua volta una crisi collegata alla diminuzione dei volumi lavorati e al numero di aziende. Quello che per decenni è stato il settore di eccellenza della produzione legnosa italiana e un modello di riferimento a livello mondiale, ha dato negli ultimi anni segni di cedimento.
Tra le criticità del settore pioppicolo dobbiamo certamente prendere in considerazione la scarsità e frammentarietà di informazioni e dati statistici aggiornati ed affidabili, un limite a cui è necessario porre rimedio urgentemente. Malgrado i dati attualmente disponibili non consentano ad oggi di conoscere l’esatta estensione della pioppicoltura in Italia, ciò che risulta evidente è che le superfici attuali sono insufficienti a sopperire alla domanda industriale di legname di pioppo, ragion per cui ormai da decenni è necessario importare dall’estero volumi rilevanti di pioppo ad uso industriale.
Le imprese del settore che si approvvigionano nel mercato italiano, pur dichiarando di voler continuare a puntare sul pioppo e a continuare a rivolgersi al mercato italiano per i futuri approvvigionamenti, lamentano difficoltà nel reperire materiale da impiegare nel processo produttivo.
Questa combinazione di volontà di puntare alla produzione nazionale, magari attraverso nuove forme integrate di accordo/collaborazione tra mondo della produzione agricola e imprese di trasformazione, e difficoltà di reperimento del materiale può essere interpretato come chiara necessità e opportunità di definire una politica di rilancio della pioppicoltura italiana.