Il caro energia sta mettendo in crisi l’industria italiana. Il forte aumento dei costi per le imprese si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity. La sofferenza dei margini è maggiore nei settori che producono beni di consumo, che sono più vicini alla domanda finale, ma anche nei settori energivori. Si moltiplicano gli appelli perché il governo intervenga quanto prima con un’azione più forte, incisiva e soprattutto strutturale. Nel legno-arredo, i primi a subire i rincari sono stati i produttori di pannelli, con conseguenze a cascata su tutta la filiera.
Il presidente Claudio Feltrin: "Abbiamo apprezzato la sensibilità con cui il ministro Giorgetti ha ascoltato problematiche e proposte dei settori produttivi, compreso il legno-arredo, durante il tavolo di lavoro da lui convocato nei giorni scorsi, ma non possiamo avere altrettanto entusiasmo nel leggere le misure messe poi in campo. Il grande aumento del costo dell'energia mette seriamente a rischio la ripresa del Paese, perché più o meno direttamente, tutti i settori ne sono colpiti e a cascata anche i consumatori" spiega Feltrin. "Di fronte a una situazione così grave ed evidente, la risposta che sembra arrivare dal Governo attraverso il Decreto legge Sostegni, ci appare del tutto insufficiente e rispondente a una logica emergenziale, anziché strutturale".
"Risulta a tutti evidente la sproporzione fra l’incidenza che il rincaro energetico ha sulle aziende e sulla loro tenuta e le misure previste. Pensare che siano sufficienti, come riportato sul sito del Mise, 1,2 miliardi per annullare gli oneri di sistema nel primo trimestre del 2022 e 540 milioni per contributi sotto forma di credito d’imposta pari al 20% delle spese elettriche - sottolinea il presidente di FederlegnoArredo - è come invitare a prendere un aperitivo chi pensava di andare a cena. Chiediamo pertanto al Governo di intervenire quanto prima con un’azione più forte e incisiva".