Il Fondo Nazionale Innovazione (FNI), è dotato di 1 miliardo di euro coperti, tra le risorse menzionate, da prelievi del 3.5% su PIR (Piano individuale di risparmio), 15% dei dividendi delle aziende partecipate e da percentuali ancora non definite sugli attivi patrimoniali di enti previdenziali e fondi pensioni destinati al reinvestimento.
I pilastri strategici di FNI sono la crescita dell’innovazione tecnologica al fine di creare nuove ricchezze e raddoppiare la produzione di lavoro qualificato ed il rafforzamento del “diritto fondamentale ad innovare”, al fine di renderlo accessibile sia ad imprese che a cittadini e territori nell’ottica di crescita e mobilità sociale.
La cabina di regia del Fondo è affidata alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che avrà il compito di riunire risorse pubbliche e private dedicate al tema dell’innovazione tecnologica.
L’operatività del Fondo è collegata invece allo strumento del Venture Capital, complesso di investimenti tra cui:
Tra i settori strategici destinatari, rilevano: design e Made in Italy, deep tech (e.g. blockchain, AI, New Materials), Social Impact, Eco-Industries.
L’impatto atteso del Fondo è quello di creare un concetto di smart nation, inclusivo di aspetti finanziari, economici, politici e socio-culturali, grazie all’auspicata generazione di investimenti complessivi di 5 miliardi di euro in 5 anni, e lavoro qualificato a moltiplicatore 5. La misura finanziaria intende così difendere l’interesse nazionale contro le minacce estere di dispersione e/o cessione di talenti, proprietà intellettuale ed “asset strategici” e di superare criticità interne come lo squilibrio del cd. Gender gap, l’assenza di spazi di crescita per le “nuove generazioni” (cd. First Time Team), e la fuga di capitali.
Cliccando al seguente link, sarà possibile approfondire accedendo alla presentazione pubblicata dal Ministero dello Sviluppo Economico sul proprio sito