Dopo l'annuncio del Governo durante il Consiglio competitività UE di maggio 2015, il processo di adesione italiana al Brevetto Unitario giunge ad una conclusione ufficiale.
Lo dichiara la Commissione europea, che nella giornata del 30 settembre ha dato il via libera alla partecipazione italiana al nuovo sistema unitario di protezione brevettuale, che dovrebbe essere operativo indicativamente a partire dal 2016.
Con l'ingresso dell'Italia il brevetto Ue diventerà infatti più attraente per imprese e inventori. Questi potranno infatti utilizzare una singola procedura per la registrazione dei brevetti che saranno automaticamente validi in tutti e 26 i paesi che vi aderiscono, con un netto taglio dei costi, rendendo i costi della protezione della proprietà intellettuale più competitivi rispetto a Usa, Giappone e gli altri paesi terzi.
Secondo la stima dell'European Patent Office (EPO), ente incaricato del rilascio del nuovo brevetto, i costi di registrazione, oltre al taglio drastico delle traduzioni, andranno a diminuire sino al 78%. Il sistema di rinnovo del brevetto è poi concepito per accrescere i costi dopo 10 anni dal deposito, ossia la durata media di un brevetto europeo, così da richiedere maggiori oneri solo a chi davvero ne trae profitto. Per i primi dieci anni il costo di rinnovo sarà pari a meno di 5.000 euro, per una protezione valida nei 26 paesi aderenti.
Il brevetto Ue sarà trilingue - inglese, francese e tedesco - ma verranno predisposti un sistema automatico di traduzione ed aiuti finanziari per sostenere ulteriori costi di traduzione, specialmente per le Pmi.
Con il 2% di tutti i depositi, l'Italia è il settimo tra i Paesi europei che depositano brevetti europei. Nel 2014 i principali settori tecnologici che interessano le domande di brevetto europeo provenienti dall'Italia sono stati 5 e sono: logistica (8%), trasporti (7%), ingegneria civile (7%), arredo (6%) e macchine speciali (6%).
L’ultimo passaggio consiste ora nell’implementazione del parallelo accordo sul Tribunale unico dei brevetti, che per entrare in vigore necessita della ratifica di almeno 13 stati membri, tra cui necessariamente Germania e Regno Unito. Al momento sono 8 i paesi che hanno completato la ratifica.